Settembre è il mese dei cambiamenti. Non a caso, infatti, questo mese ha subìto durante il corso degli anni continui cambi di nome: prima September, poi Germanico, Amazonius, Fruttidoro, per poi tornare al nostro settembre.

In un mese così ricco di novità e mutamenti era necessario fare il punto della situazione, fermarsi un attimo e tirare le somme sulle notizie più interessanti e i temi di approfondimento più curiosi.

by Aida Nazirova 

In questo articolo parleremo di: 

  • I social e l'effetto 2020: cambiamenti e nuove tendenze

Newsletter, lo stai facendo bene! Il caso Netflix e EasyJet

La prima notizia riguarda le newsletter: strumento di digital marketing che molti reputano “antiquato” ma che, se ben realizzato, può diventare un’arma di conversione davvero performante.

Un esempio? No, meglio due! Netflix (davvero serve spiegare cos’è?!) ha sfruttato la newsletter per ricordare agli abbonati non più attivi di… disdire l’abbonamento!

netflix email dem

Netflix ha deciso di mandare una DEM a tutti i suoi “dormants”, ovvero quegli utenti inattivi da almeno due anni o che non hanno mai effettuato l’accesso, comunicandogli che il loro abbonamento si sarebbe cancellato in automatico.

L’azienda dichiara di aver intrapreso questa iniziativa perché “non vuole che le persone paghino per qualcosa che non utilizzano”, utile soprattutto in un periodo delicato come questo, in cui molti hanno perso il lavoro per colpa del COVID-19. In questo modo l’azienda si è posizionata come “benevola” aumentando la propria corporate reputation.

Anche se si potrebbe sembrare una mossa antieconomica, siamo chiari: questi cosiddetti account zombie costituiscono lo 0,5% della base utenti totale di Netflix (che, tra l’altro, è cresciuta di oltre 15 milioni durante il periodo del lockdown). Inoltre Netflix ha realizzato una campagna che rispecchia appieno il suo Tone Of Voice risultando simpatica, attenta e credibile.

LEGGI ANCHE: Tone of Voice: come individuare quello ideale per il tuo brand

by Vitaly Balyberdin

Secondo esempio di newsletter “wow” viene da EasyJet, che ha inviato ai suoi clienti non una semplice DEM ma una vera e propria dichiarazione d’amore!

Per il ventesimo anniversario, invece di generare le solite DEM statiche ed autocelebrative, hanno analizzato i dati del loro CRM, andando a creare 12 milioni di email completamente personalizzate! 

Con testi, immagini e link dinamici, EasyJet ha raccontato la storia di ogni cliente dal primo volo con l’obiettivo di creare emotional connection e incentivare l’acquisto di voli futuri, aggiungendo alcuni fatti affascinanti sul loro comportamento di viaggio e consigli personali per i prossimi viaggi.

Le email sono state costruite utilizzando una serie di 12 moduli che potevano essere integrati insieme in un modo che raccontava al meglio la storia di ogni singolo cliente.

Erano strutturate così:

newsletter easyjet 20 anni

Risultati ottenuti: open rate +100%, CTR 25%, lato Social 685k di persone raggiunte e 1.1m impressions. E il fatturato? Nei 30 giorni successivi alla mail sono state effettuate 900k prenotazioni, ovvero il 7.5% delle persone che avevano ricevuto la mail.

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Personalizzazione VS Privacy: tu cosa scegli? 

Uno dei digital trends del 2021 sarà quello della personalizzazione. Come abbiamo appena visto con il caso EasyJet, gli utenti adorano ricevere comunicazioni su misura, che parlino di loro e per loro, che sappiano essere perfettamente perfette al momento giusto… ok, ma la privacy? 

Secondo SmarterHQ, il 72% dei consumatori afferma di interagire solo con messaggi di marketing personalizzati e su misura per i loro interessi.

privacy e personalizzazione grafico

Ma dall’altro lato gli utenti stanno diventando sempre più attenti a questioni come la privacy, l’utilizzo dei dati personali e al controllo che le aziende digital hanno sulle proprie vite. 

I clienti sanno che i loro dati sono preziosi e capiscono anche che condividendoli ottengono qualcosa di prezioso in cambio (un'esperienza più personalizzata), tuttavia molti consumatori non si fidano più delle aziende.

Cosa devono fare, quindi, le aziende che operano nel digital? Semplice: un po’ come tutto nella vita, va trovato il giusto equilibrio tra acquisizione dei dati e servizio offerto al nostro utente. Non solo, va lasciata all’utente la decisione su quali e quanti dati fornire e chiarito quali vantaggi ne trarranno.

Apple si sta già muovendo in questo settore: nell’aggiornamento iOS 14 ci saranno delle impostazioni dedicate alla gestione delle privacy: le app devono ottenere il consenso degli utenti per accedere all'identificatore del dispositivo per gli inserzionisti (IDFA - Identifier for Advertising) e trasmettere i dati a terze parti.

Apple privacy

Sempre in iOS14 sarà presente l’Intelligent Tracking Prevention che prevede il blocco completo dei cookie di terze parti e la classificazione algoritmica dei domini con cui comunica il browser. Inoltre tutti i referrer cross-site vengono declassati all'origine per impostazione predefinita.

Per concludere, dite anche bye bye ai cookie scritti con JavaScript: avranno una scadenza limitata a un massimo di 7 giorni, in alcuni casi con il limite impostato a 24 ore.

Il COVID-19 ha cambiato le nostre abitudini. Anche negli spostamenti

Ovviamente il COVID-19 ha cambiato drasticamente le nostre abitudini, le interazioni sociali, il modo di lavorare (a tal proposito, che ne dite di leggere il nostro articolo sulle 10 regole per il perfetto Smart Working?) e persino il modo di spostarsi.

Google, nel Mobility Reports, mette in luce quali sono state le variazioni nelle nostre abitudini legate agli spostamenti prima e durante il periodo della pandemia. Il report è scaricabile dal sito a livello mondiale o per singole aree geografiche.

by Seth Eckert

All’interno del report possiamo vedere le variazione delle tendenze di spostamento degli utenti in determinate aree commerciali. In Italia, ad esempio, alimentari e farmacie hanno avuto un -12% di visitatori mentre parchi e aree verdi un +96%. Questi dati possono essere visualizzati anche divisi per regioni.

Come si legge sul sito “Questi rapporti saranno disponibili per un periodo di tempo limitato, ossia finché i funzionari della sanità pubblica li riterranno utili per la loro attività finalizzata ad arrestare la diffusione della malattia COVID-19.”

I social, il 2020 e l’effetto fiducia (sempre più forte)

Nel 2019, secondo i dati del Barometro di Edelman, la fiducia dei dipendenti era nel datore di lavoro più che nei governi o nei media. Bene, il 2020 ha rivoluzionato tutto anche in questo settore: ad oggi i dati sono ribaltati.

Con la pandemia i dipendenti si aspettano di più da parte delle propria azienda, così come i consumatori dai propri brand: si parla di Brand Activism, la richiesta da parte del target di un’azione concreta e forte su temi di attualità.

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In un’epoca dove ogni brand promette “il meglio” e “la qualità” i consumatori (e i dipendenti) chiedono qualcosa di più. Non più hard skills del prodotto ma soft skill del brand: come si impegna, attivamente, a migliorare il mondo? 

Secondo il Global Retail Trends 2020 (KPMG) il 60% degli americani boicotterebbe o comprerebbe da un marchio in base alla sua risposta alle proteste contro l'ingiustizia razziale. Le aziende “ad alto impatto sociale” hanno superato il mercato azionario del 134%.

Ed ecco che entrano in gioco i social, dove le aziende possono (devono!) comunicare con il loro target e dimostrare di essere attivi su temi sociali: