Durante l’ultimo evento annuale per sviluppatori (Google I/O 2021), Google ha annunciato il lancio di MUM (acronimo Multitask Unified Model), l’algoritmo basato sull’Intelligenza Artificiale capace di comprendere ed elaborare informazioni in diversi formati (testo, immagine o video) e in 75 lingue diverse, per fornire risposte attendibili e dettagliate a query complesse. 

Pandu Nayak, responsabile dell’area Search di Mountain View ha definito la sua creatura “Una nuova pietra miliare dell'intelligenza artificiale per comprendere le informazioni”.

In questo articolo non vogliamo solo spiegare cos’è Google MUM e come funziona, ma anche cercare di capire quali potranno essere le opportunità e, di contro, i rischi che la sua introduzione potrà comportare per i siti internet e i business online.

Naturalmente, ci siamo anche chiesti se, in questo nuovo scenario, ci sarà ancora spazio per la SEO e come si evolverà il search marketing.

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Come funziona il Multitask Unified Model?

Il principio che rende possibile questa tecnologia è radicalmente diverso dal meccanismo di funzionamento attuale dei motori di ricerca.

I motori di ricerca, tra cui Google, forniscono infatti i risultati alla query dell'utente grazie un paradigma in tre fasi rimasto finora invariato:

  1. Indice: si tratta del requisito preliminare che consiste nella mappatura di tutti i risultati del web scansionati dal motore di ricerca e nel loro inserimento all'interno dei database.
  2. Risposta: la fase denominata risposta è il momento immediatamente successivo a quando l'utente, dopo aver digitato la propria query, clicca sul pulsante "cerca": è il segnale con cui Google recupera l'indice contenente tutti i risultati, selezionando quelli che secondo l'algoritmo rispondono in maniera più completa alla ricerca.
  3. Posizionamento: il posizionamento (detto anche ranking) dei risultati è, infine, l'ordine in cui vengono mostrati i risultati sulla pagina del motore di ricerca, o SERP (dall'inglese Search Engine Results Page).

(Se vuoi saperne di più su come funzionano indicizzazione e posizionamento sui motori di ricerca, consulta la nostra guida seo)

Con l'introduzione del Multitask Unified Model, il modello sequenziale attuale basato sul paradigma indice-risposta-posizionamento verrà invece sostituito con un modello unico:

funzionamento google mum model

Gli algoritmi attuali di Google sono inoltre basati sui modelli Recurrent Neural Network (RNN) che comprendono il significato di ogni parola in maniera sequenziale. Cosa significa?

Prendiamo, ad esempio, queste due frasi:

  • “è stato trovato un terreno fertile per la crescita delle piante”;
  • “è stato trovato un terreno fertile per la crescita dell'economia”.

In entrambi i casi i Recurrent Neural Networks dovranno arrivare fino all'ultima parola per comprendere il significato reale di "terreno". 

Il Multitask Unified Model è invece basato sul modello Transformer che, grazie al sistema detto di “auto-attenzione”, comprende il significato di ogni termine relazionandolo direttamente a tutte le altre parole del testo a prescindere dalla posizione. Perciò il modello Transformer, associando direttamente "terreno" a "piante" oppure a "economia" è in grado di identificare in maniera più immediata il significato della parola.

Inoltre, con MUM è stata introdotta la multimodalità di formato, ossia la capacità del sistema di mettere in relazione immagini, testi e audio. MUM può infatti accedere alle informazioni nei documenti (HTML, PDF, TXT, ...) così come ai contenuti di immagini, video e audio, contestualizzando e collegando i contenuti in un modo che va oltre il livello "artificiale" del linguaggio.

La priorità del motore di ricerca sarà quindi di fornire le informazioni che meglio si adattano alla query di ricerca, piuttosto che semplicemente scansionare i documenti sull'argomento. A tale proposito, il team di ricerca di Google sta anche creando le basi per abbattere le barriere linguistiche che ostacolano la trasmissione dell’informazione. L’algoritmo è stato infatti testato su 75 lingue per sviluppare la capacità di apprendere il contenuto da una lingua straniera ed essere in grado di renderlo automaticamente accessibile anche nella lingua in cui l’utente ha effettuato la ricerca.

Per questo motivo, Pandu Nayak ha affermato che MUM è capace di generare il linguaggio e non solo di comprenderlo.

Un esempio sorprendente è stata l’applicazione di MUM per migliorare la qualità dei risultati di ricerca sulla tematica dei vaccini per il COVID-19. L’intelligenza artificiale ha reso possibile l’identificazione di oltre 800 varianti di nomi di vaccini in più di 50 lingue in pochi secondi. Una volta convalidati, i risultati dell’elaborazione sono stati applicati alla Ricerca Google in modo che le persone potessero trovare informazioni tempestive e di alta qualità sui vaccini COVID-19 in tutto il mondo.

Volendo riassumere tutto questo in poche parole, potremmo dire che il risultato finale a cui Mountain View ambisce è quello di comprendere anche le query più complesse e generare una risposta paragonabile a quella che potrebbe essere fornita da un esperto nel settore. Il tutto raccogliendo le informazioni da più fonti, in lingue e formati diversi, e sintetizzandole in un'unica risposta esaustiva.

Un intento rappresentato metaforicamente con l’ormai famoso esempio dell’escursionista che vuole scalare il monte Fuji, riportato dal blog di Google.

Come cambierà la ricerca (e il lavoro dei SEO) con Google MUM?

Non ci è ancora dato sapere in che proporzione questa nuova tecnologia modificherà i risultati di ricerca. Ancor meno prevedibile è l’impatto che avrà, nel lungo termine, sul modo in cui gli utenti stessi si approcceranno alla ricerca di informazioni online. 

Ma qualche ragionamento possiamo già farlo.

Viste le capacità incredibili di MUM (che, stando ai suoi creatori, è 1000 volte più potente dell’algoritmo BERT), la prima cosa che noi addetti ai lavori ci siamo chiesti è: che fine farà la SEO nel modo in cui la conosciamo oggi?

andamento traffico search console

Dalle premesse fatte, sembra infatti venir meno il principio cardine su cui si basa l’ottimizzazione per i motori di ricerca (ma non solo, anche le Search Ads): se la lingua dell’utente non è più un problema, se il testo non è più l’unica fonte a cui i crawler possono attingere, che ne sarà delle keyword?

In realtà, se ci pensiamo bene, il concetto di keyword in senso stretto è ormai da molto tempo diventato obsoleto, sostituito in modo soddisfacente dal più aperto paradigma dell’“intento di ricerca”.

Il vantaggio, anzi, è che Google sarà in grado di concentrarsi maggiormente su determinati media che in passato erano meno considerati: video, immagini o podcast. È anche probabile che alcuni "principi cardine" della SEO ne usciranno addirittura rafforzati: tra questi, l'autorevolezza dei backlink. Ci possiamo aspettare anche un aumento della rilevanza dei dati strutturati come fattore di posizionamento.

Per i webmaster, i consulenti SEO, e tutti i professionisti che lavorano per fornire contenuti di alta qualità e un'esperienza utente ottimale, MUM non porterà cambiamenti sconvolgenti per il momento. 

I business online risentiranno di questo aggiornamento?

Una migliore comprensione dei risultati di ricerca attraverso diversi media e lingue senza dubbio avrà una duplice implicazione: aumenterà la potenziale target audience che un sito può raggiungere e, di conseguenza, con questo aumenterà anche la concorrenza.

In futuro vedremo i nostri contenuti messi a confronto con molte più informazioni multimediali in diverse lingue, il che significa che ci sarà molta più competitività rispetto a prima.

Chi potrebbe risentirne maggiormente sono i progetti editoriali: oltre all’aumento del numero di siti con contenuti di qualità, magari locali (penso a blog di ricette particolari, travel blog, comparatori di prodotti e servizi), il competitor principale di questi siti potrebbe diventare Google stesso. L’intelligenza artificiale di MUM darà infatti una forte spinta al processo  di trasformazione di Google da un motore di ricerca a un motore di risposta, e ciò potenzialmente porterà a un’ulteriore erosione del traffico.

Per molti e-commerce, invece, spesso la barriera più opprimente per l’entrata in altri mercati non è tanto quella linguistica o modale, quanto i limiti imposti dalla logistica. Nonostante questo, alcune realtà di nicchia ma economicamente forti, se sapranno sfruttare la possibilità di presentare contenuti di qualità superiore alla media, potrebbero riuscire a emergere anche senza un sito localizzato.

Perché Google MUM non è interessante solo per gli addetti ai lavori

Parlando tra un caffè e l’altro di questa novità, più di un membro del team ha osservato come questo algoritmo rappresentasse in qualche modo l’emblema di molti dei famosi (si fa per dire) “dieci comandamenti” di Google. Giusto per citarne alcuni:

  • L'utente prima di tutto: il resto viene dopo.
    Fin dal principio, la priorità professata da Google è stata quella di offrire la migliore esperienza utente possibile, in questo caso, la risposta più pertinente e completa.

Mettere l’utente al centro deve essere quindi una priorità, non solo per posizionarsi online.

  •  La necessità di informazioni oltrepassa ogni confine.
    Il Multitask Unified Model è, a oggi, l’espressione più significativa della mission dichiarata di Mountain View: facilitare l'accesso alle informazioni per le persone di tutto il mondo e di tutte le lingue. 

Agevolare questo processo di comprensione, con contenuti di alta qualità e con l’utilizzo di opportuni tag html, aiuterà il tuo business ad arrivar alle persone giuste e nel miglior modo possibile. 

  • Eccellere non basta.
    Come dice Google, dobbiamo ricordarci che essere i migliori non è l'obiettivo finale, ma un punto di partenza. Prefissarsi obiettivi ambiziosi e impiegare comunque tutte le energie necessari per cercare di conseguirli ti porta ad andare più lontano del previsto, a cercare di introdurre cambiamenti sostanziali, intercettare bisogni latenti e ricercare sempre nuovi ambiti in cui fare la differenza.
  • È meglio fare una cosa sola, ma farla in modo impeccabile.

Un’agenzia di consulenza digitale è l’alleato giusto con cui prepararsi per fronteggiare al meglio i cambiamenti e ottimizzare la propria presenza online. Il nostro obiettivo è infatti quello di essere altamente competente in tutti i campi del digital marketing e restare sempre al passo con i tempi migliorandoci costantemente.