Le digital news di ottobre sono arrivate puntualissime come sempre. Questo mese, particolarmente intenso e difficile per tutti, si è rivelato ricco di novità interessanti, soprattutto per quanto riguarda il mondo social e tech.

In questo articolo parleremo di:

  • Fantacalcio e blockchain 

Iniziamo subito con la prima news!

Reinforcement Learning: dalla Formula 1 alla Customer Journey

Gli amanti dello sport sapranno che il pilota Lewis Hamilton ha superato, per numero di gare vinte, Michael Schumacher (91 a 92). Questo lo rende ufficialmente il pilota più performante (al momento) nella formula uno.

Se c’è una cosa che la serie tv The Big Bang Theory ci ha insegnato è che non c’è limite alla follia creatività degli scienziati. Allora perché non sviluppare un’intelligenza artificiale in grado di battere il tempo di Lewis Hamilton? Magari sul Circuito di Catalogna?

Amazon Web Services ha scelto di mettere alla prova la sua tecnologia di DeepRacer per sfidare il campione di Formula 1. L’AWS DeepRacer si serve di un modello di Machine Learning molto avanzato, il Reinforcement Learning, che permette ad un algoritmo di apprendere modelli di comportamento complessi tramite la ripetizione di tentativi e l’adattamento delle proprie azioni all’output. Per dirlo in soldoni: l’algoritmo impara dai propri errori.

Il risultato? Al momento il campione resta Lewis Hamilton. Al momento.

E cosa c’entra tutto questo con il marketing? Prova ad immaginare la customer journey come un gioco, in cui l’obiettivo finale è ottenere una conversion. Ecco, vi saranno infinite azioni possibili per raggiungere l’obiettivo, nella forma di messaggi di marketing. Quando un manager decide come sviluppare una customer journey, tenta di prevedere quale strategia porterà alla massimizzazione del risultato finale.

Tramite RL, è possibile fornire ad un algoritmo le variabili in gioco (dati demografici, comportamenti d’acquisto e storico delle attività di marketing), in modo che esso identifichi il percorso migliore per raggiungere l’obiettivo assegnato. L’algoritmo è quindi in grado di identificare quali step della customer journey avvengono più frequentemente e quali portano maggior valore, concentrando così i propri sforzi e riducendo il numero di possibili combinazioni.

LinkedIn is the new Instagram: ecco a voi le stories

Annunciate già a settembre da Pete Davis, le storie arrivano (finalmente?) anche su LinkedIn, confermando una tendenza che vede questo formato spopolare su tutte le piattaforme social.

Proprio come avviene sulle più frivole controparti Facebook, Instagram e Snapchat, nelle storie di LinkedIn è possibile pubblicare fotografie e video in formato verticale, aggiungendo testi, sticker e tag di utenti. Il tutto ovviamente destinato a scomparire dopo 24 ore.

L’obiettivo dichiarato è quello di introdurre uno strumento che permetta agli utenti di condividere “consigli e trucchi per lavorare in modo più efficiente”, stimolandone la creatività. In particolare, il sito di proprietà di Microsoft punta a coinvolgere maggiormente le generazioni più giovani, che sono cresciute utilizzando le stories e in esse trovano un modo naturale per condividere contenuti.

Insomma, un modo per scrollarsi di dosso un’immagine eccessivamente seriosa ed ammiccare a quelli che saranno i lavoratori del prossimo futuro, che ha però fatto storcere più di un naso. In effetti, molti utenti della piattaforma spesso non apprezzano queste derive “pop”, ritenendo che stonino con la funzione primaria del social.

D’altra parte, è innegabile che il formato delle stories si sia dimostrato estremamente efficace nello stimolare gli utenti a produrre contenuti. Solo il tempo ci dirà se questa novità riuscirà ad essere sfruttata da professionisti ed aziende in modo convincente. In caso contrario, impareremo ad ignorare le bolle in cima alla pagina anche su LinkedIn.

In-store, online, mobile: come il contactless sta cambiando il retail

by Madalin Dragnea

La situazione di lockdown a cui siamo stati costretti dalla crisi sanitaria causata dal Coronavirus ha definitivamente sdoganato gli acquisti online anche in fasce di popolazione che erano rimaste finora fedeli ai negozi fisici. Si prevede infatti che nel 2020 l’eCommerce crescerà del 26%.

Ciò non toglie, però, che l’in-store rimanga il canale principale per vendita e CRM. L’esperienza offerta dal negozio rimane fondamentale per i consumatori italiani, che nel 62% dei casi preferiscono effettuare il primo acquisto di persona.

La tecnologia contactless può essere un elemento fondamentale per la trasformazione del retail, sia nell’ottica del rispetto delle esigenze sanitarie, sia per ottimizzare i costi di acquisizione mediante la raccolta dati.

Alcuni esempi? Tramite i mobile wallet (Apple Pay, Google Pay, ecc.), applicazioni native ormai presenti su tutti gli smartphone, è possibile raccogliere i dati dei potenziali clienti già al momento del primo touchpoint con l’azienda. Con un semplice QR code, il cliente può facilmente accedere ad un modulo per aderire al programma loyalty, aggiungendo la carta fedeltà direttamente al proprio wallet.

Un’altra possibilità è quella di digitalizzare i coupon, permettendone un facile utilizzo su mobile. Non solo, è possibile convertire un prospect raggiunto tramite social network offrendo un coupon digitale. Data la rapida ascesa del cosiddetto mCommerce (in parole povere, gli acquisti da mobile), i mobile wallet diverranno fondamentali per veicolare efficacemente le campagne di price promotion.

In sostanza, l’utilizzo delle tecnologie contactless e mobile wallet sarà fondamentale per i retailer nel processo di adattamento alla nuova quotidianità in cui ci troviamo, facendo leva su personalizzazione, omnicanalità e loyalty.

Conte ai Ferragnez: “Aiuto”. Gli Italiani rispondono: “Lol”.

Se ci fosse stato bisogno di un’ennesima conferma del potere degli influencer nella nostra società, ecco che il Presidente del Consiglio ha risposto presente. Si è molto memato parlato infatti della scelta di Conte di coinvolgere i coniugi più famosi del web, Ferragni e Fedez, con l’obiettivo di sensibilizzare gli italiani, soprattutto i più giovani, alle norme di prevenzione sanitaria per arginare la diffusione del Coronavirus.

La rete ha risposto, ovviamente, con la consueta wave di meme volti a ridicolizzare la situazione: se il Presidente del Consiglio deve rivolgersi a due influencer per convincere gli italiani a mettersi la mascherina, siamo proprio alla frutta.

Fonte: Blogmeter

Noi di Instilla, però, non faremo facile ironia. Anzi, pensiamo che questo episodio rappresenti un momento di svolta. Anche la politica ha infatti riconosciuto l’ormai dilagante forza comunicativa e persuasiva degli influencer, spesso considerati solo degli "scansafatiche da Instagram Stories", ma ormai parte fondamentale della quotidianità di molte persone. Nel 19% dei casi, gli Italiani dichiarano che il contenuto di un influencer ha fatto loro cambiare idea non solo riguardo a un prodotto, ma anche a temi sociali.

Allo stesso tempo, è ormai evidente come i meme siano diventati una forma comunicativa onnipresente. Ogni evento sociale o politico viene accompagnato dalle più svariate reazioni in forma di immagini sul web, e non c’è modo più efficace di cogliere il sentiment delle persone che osservare quali meme vengono condivisi sui social.

Basta aste in ufficio! Il Fantacalcio si fa in Blockchain

Il Fantacalcio è una di quelle cose che mettono d’accordo (e fanno litigare) milioni di Italiani. Non c’è nulla di più soddisfacente che dimostrare di saper schierare una formazione migliore di quella dei propri amici, e forse anche degli allenatori di Serie A.

Ora però il Fantacalcio può essere anche digitale e (udite udite) in blockchain, grazie alla startup francese Sorare. Com’è possibile? Il funzionamento è piuttosto semplice: come avveniva un tempo con le figurine Panini, gli utenti possono comprare, vendere e scambiarsi le carte dei giocatori, numerate e con un livello di rarità. La blockchain entra in gioco qui, permettendo di tracciare in ogni momento a che giocatore appartiene ciascuna carta.

Una volta composta la propria squadra, i giocatori possono quindi affrontarsi in tornei - come avviene in un classico Fantacalcio - e vincere premi, tra cui nuove figurine digitali.

La piattaforma, lanciata nel marzo 2019, ha superato il milione di dollari di carte vendute, con un volume di scambi di 350’000 dollari al mese. Il successo della startup ha inoltre permesso puntare ancora più in alto: Sorare ha annunciato che entro la fine del 2020 arriveranno investimenti per 4 milioni di dollari e l’assunzione di 10 persone.

Insomma, forse non abbiamo ancora tutti capito bene come funzioni la blockchain… Ma ci abitueremo a vederla utilizzata in sempre più contesti diversi!