Non ha scandali da gestire, non chiede cachet stellari e può parlare con milioni di utenti in contemporanea: è il tuo nuovo influencer preferito, ma non è umano.

Secondo Buzzole, solo in Italia, oltre 3 milioni di persone seguono almeno un influencer virtuale. L’espansione degli influencer AI generated non solo sta rivoluzionando strategie e contenuti, ma ha contribuito anche alla crescita dell’intero mercato dell’influencer marketing.

Lo stato attuale dell’influencer marketing

Fonte: Influencer Marketing Hub

Secondo l'"Influencer Marketing Benchmark Report 2025", il settore dell'influencer marketing ha raggiunto, nel 2025, un valore di 32,55 miliardi di dollari, con un tasso di crescita annuo del 33%. Un incremento che non mostra segni di rallentamento, spinto dalla maggiore professionalizzazione del settore, dalla diffusione del social commerce e, soprattutto, dall’adozione dell’intelligenza artificiale. I brand cercano ora soluzioni sempre più performanti, data-driven e scalabili: ecco perché gli influencer AI generated stanno diventando una risorsa strategica per il settore.

Cosa sono gli Influencer AI Generated

Gli influencer generati dall'intelligenza artificiale sono entità digitali create attraverso tecnologie come CGI, machine learning e modellazione 3D. A differenza degli influencer tradizionali, non si tratta di persone reali, ma profili progettati per replicarne comportamenti e dinamiche: pubblicano contenuti, interagiscono con i follower e simulano una routine quotidiana tipica degli influencer umani. Dietro di loro ci sono team creativi e aziende che ne gestiscono ogni aspetto: dall'immagine al tono di voce, fino alle collaborazioni commerciali.

Secondo il rapporto Kolsquare 2024, si prevede che il mercato dei contenuti generati da AI crescerà di oltre il 40% nei prossimi cinque anni, grazie alla capacità delle macchine di garantire una personalizzazione infinita e una coerenza perfetta.

I dati rappresentano il punto di partenza strategico per i grandi brand, che li utilizzano per progettare i propri influencer AI su misura, modellandoli in base a gusti, trend e comportamenti del pubblico. Aitana López, ad esempio, è stata sviluppata partendo da un’analisi dei trend più rilevanti nella società. Il personaggio è stato costruito per incarnare un ideale femminile forte e determinato, con passioni come il fitness e i videogiochi, perfettamente allineato agli interessi del target di riferimento.

Perché scegliere influencer AI Generated?
Pro e contro

Dietro le alte performance e l’apparente perfezione, si nascondono limiti strutturali che non possono essere ignorati.

Capire il bilancio tra potenzialità e criticità è oggi fondamentale per valutare correttamente quando e come utilizzare un influencer generato dall’intelligenza artificiale.

I principali vantaggi: 

  • Efficienza economica e operativa
    A dimostrazione del potenziale concreto degli influencer AI in termini di performance e risparmio, vale la pena citare la campagna Instagram di H&M, realizzata con l’avatar virtuale Kuki. I risultati parlano chiaro: un aumento di 11 volte nel recall dell’annuncio e una riduzione del 91% del costo per persona raggiunta, rispetto a campagne tradizionali basate solo su contenuti video. Inoltre, un punto da tenere in considerazione riguarda i guadagni degli influencer Ai generated. 

  • Costi e guadagni degli influencer AI
    Lo sviluppo di un influencer virtuale può richiedere un investimento iniziale molto variabile, che oscilla generalmente tra i 10.000 e i 500.000 dollari, secondo quanto riportato dalla piattaforma specializzata Flyrank. A determinare questa forbice sono diversi elementi, come la complessità del design e della modellazione 3D, la qualità dell’animazione e della sincronizzazione labiale, la costruzione della personalità e dello storytelling e, infine, le attività legate alla gestione dei social e alla produzione dei contenuti. A queste opzioni più complesse e costose si affiancano soluzioni più accessibili, come quelle proposte da piattaforme emergenti come Creatify, che consentono di generare avatar virtuali partendo da semplici prompt testuali, abbattendo così i costi per progetti più piccoli o sperimentali. Sul fronte dei guadagni, gli esempi concreti non mancano. L’agenzia spagnola The Clueless, creatrice dell’influencer AI Aitana López, ha dichiarato in un’intervista a Euronews che il personaggio può arrivare a generare fino a 10.000 euro al mese tramite collaborazioni e contenuti sponsorizzati, con una media mensile attuale di circa 3.000 euro. 

  • Controllo totale su contenuti, immagine e messaggi trasmessi
    Gli influencer virtuali sono progettati e supervisionati in ogni dettaglio, permettendo una narrazione coerente su ogni canale e in ogni fase della campagna. Questo controllo non si limita all’estetica o alla copy strategy, ma si estende anche alla gestione del rischio reputazionale. Con gli avatar AI, infatti, non esistono uscite inopportune, vita privata controversa o scelte non allineate ai valori del brand. Ogni aspetto della loro presenza pubblica è infatti progettato e gestito da un’agenzia, riducendo drasticamente il rischio di incidenti reputazionali. Non esiste una vita privata fuori controllo o indipendente, ma solo una narrazione curata nei minimi dettagli: una “vita perfetta” progettata per essere coerente con i valori del brand e ottimizzata attraverso l’analisi dei dati.

  • Disponibilità continua e adattabilità ai contesti
    Un avatar digitale è attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e può comunicare con pubblici diversi in lingue differenti, senza vincoli di spazio o di tempo.

Svantaggi:

  • Mancanza di autenticità
    Per quanto sofisticato, un influencer virtuale rimane una costruzione artificiale che imita la comunicazione umana, ma ne è inevitabilmente distante. L’empatia, elemento centrale nel legame tra pubblico e creator, nasce da esperienze reali, emozioni genuine e spontaneità: qualità che un’intelligenza artificiale, per quanto evoluta, ad oggi non può replicare del tutto. Non sorprende, infatti, che secondo uno studio riportato da Digitalic, il 60% degli utenti continui a preferire figure umane, proprio per la loro capacità di trasmettere emozioni autentiche e creare relazioni profonde nel tempo.

  • Rischi etici e di trasparenza
    Quando un influencer è generato dall’intelligenza artificiale, è fondamentale che il pubblico ne sia consapevole. Non dichiarare in modo chiaro la natura artificiale dell’avatar può generare confusione e minare la fiducia dell’utente, che si trova a interagire con una figura apparentemente reale, ma interamente costruita. La trasparenza, in questo contesto, non è solo una buona pratica: è una condizione necessaria per garantire una comunicazione corretta e responsabile.

Alcuni esempi da conoscere

Tra i casi più emblematici dell’universo AI spicca Lil Miquela, influencer americana creata nel 2016, che vanta oltre 2,6 milioni di follower su Instagram e ha collaborato con brand di altissimo profilo come BMW. Il suo stile estetico futuristico e il tono di voce coerente le hanno permesso di diventare un volto riconoscibile nella moda contemporanea.

Un altro caso significativo è quello di Imma, avatar giapponese protagonista della campagna “Find Your Courage” di Coach. In un viaggio tra mondi digitali ispirati agli ambassador del brand, Imma esplora il concetto di coraggio e autenticità. La campagna, integrata anche su piattaforme come Roblox e Zepeto, unisce moda e intelligenza artificiale per dialogare con una generazione giovane e digital-first.

Fonte: Coach canale youtube 

Infine, Aitana López un avatar creata dalla società The Clueless per rispecchiare i gusti del pubblico maschile nel settore fitness e lifestyle. Parte del suo successo è legato anche al fatto che è stata una delle prime influencer AI ad affermarsi nel panorama digitale, attirando l’attenzione di brand e media internazionali.

I settori in cui gli influencer AI trovano oggi maggiore applicazione sono moda, beauty e lifestyle: gli stessi ambiti che avevano visto nascere i primi influencer.

Secondo una ricerca di HypeAuditor (2023), oltre il 60% dei profili di virtual influencer è attivo nel mondo fashion e beauty. Questi ambiti privilegiano l’impatto visivo, la coerenza estetica e la programmabilità del contenuto, tutte caratteristiche perfettamente compatibili con le potenzialità degli avatar digitali. 

Una conseguenza diretta di questa concentrazione settoriale è che la stragrande maggioranza degli avatar AI ha un’identità femminile

Riassumendo, gli influencer AI generated stanno aprendo nuove possibilità per i brand: dalla riduzione dei costi alla disponibilità continua, fino a una comunicazione perfettamente controllata e coerente. Una soluzione strategica, soprattutto in contesti dove velocità, scalabilità e precisione sono cruciali.

Ma per quanto perfetti, programmabili e strategici, possono davvero sostituire quel legame autentico che si crea con una persona umana?

Forse la vera sfida non sarà scegliere tra umano e virtuale, ma capire come farli convivere.

Fonti: